Lucia Lorini Tanga

La prof.ssa Lucia Lorini con Vito Tanga.

La grandezza della sua poesia sta appunto nella capacità di sprofondarsi tra le pieghe oscure degli eventi, per riemergere poi come sorgente nuova e illuminante. L’operazione,di per sé immane, diventa ancora più rischiosa se pensiamo che le interrelazioni degli elementi si giocano prevalentemente sul filo comunicativo della parola, che altro non è che puro suono, vibratile congiunzione di onde sonore attraverso cui gli elementi della natura si sondano, si riconoscono, si ritrovano accumunati da un identico destino. Le sue poesie paiono tutte molto intense, inventive, sicure nel cogliere esperienze e riflessioni di vita con sapienza e gioco e avventura, fino a una visionarietà possente.
Un’inquietudine più nuda e contorta che si pronuncia nel confronto – contrasto con gli ampi spazi, emblema virtuale di una assoluta interiorità nascosta batte la dicotomia tra una realtà dolorante e riconosciuta e la non sopita speranza dell’io.


UNA POESIA

Vigore di poesia è una mente
che tutto accoglie.
Non divide e non giudica
severamente
l’umano destino.
Tutto è grazia
come distesa di spighe
in buona terra:
ondeggiano al vento
coi piccoli chicchi,
pane domani.
Tutto è scommessa in corsa
di approdo sicuro
anche lontano.
Tutto è vicino all’occhio
che scopre e cerca il grato
apparir d’una grazia
che si credeva perduta.
Vivere è ondeggiare al
soffio di bonaccia
e tu lascati abbracciare
qauando passa.


SALUZZO 2006

Il cemento mi gela la guancia
le ruspe aprono la terra.
Sotto ogni passo svanisce
la carnosa umidità di germogli
in ribollire di campi
e di giardini.
Dalle alpi torno all’azzurre
onde
a nascondere rughe
su scogliere di marmo,
pianto.
E mi ricordo profumo di
gemme che sbocciano
respiro sottile di bambina
che dondola su l’altalena
in prato colmo di assenze
fra risa garrule come gigante
in attimo di pace,
bosco di sambuco, colomba
che frulla e code di pavone.
Sotto pioggia di carte
sgualcite, determinate
un quadro è caduto a terra.


MELA SPEZZATA

Piccolo mostro contro cui
lottare ancora.
Mela spezzata: Adamo ed Eva
in centro Eden.
Pensiero fra tanti : terra e cielo
luce e buio, bianco e rosso
tra bocca e bocca, dilata l’attesa.
L’anello di Pacinotti emana
scintille
come fiamma che calca
il bronzo, in vendemmia di baci,
sogno più lungo della notte
in germogli di mandorli
là dove l’umano può diffondere
in risonanze multiple
la propria voce.

NEVE

Neve di montagne, dolce su prati,
coperture di santi, case abbandonate
silenzi e solitudini.
Ho tante nevi in memoria
di alte quote e piane
alberi,tetti di paesi lontani.
Apro la bocca verso il cielo
a coglierla per tornare
bambina
e poi anche la mano in soffio
di vento a giocare su prati
d’inverno fra brume di nebbie
e fumi di case, perduta
in arcano.
Ma di lontano già si snebbia
il piccolo frassino che in eco
d’aurora tende all’azzurro
mani nude, ancor velate di gelo
a fuggire l’affamato volto
d’inverno in sussurro di
bosco, al primo sole.



CADUTI LONTANO

Pensieri, nella mente nati
volati vai come uccelli
caduti lontano
dove siete?
In deserto di cuore
mi avete lasciata
senza apparire
sola
in questo sonno.


ANCORA C’E’ IL NOME

Viale …. ancora c’è il nome
non più la casa, il giardino,
il giardiniere.
Non più la nonna, il nonno,
i figli.
Riposano nella cappella
sotto l’affresco della gran
Madre di Dio.
Tutto è un lago di velieri
che scorrono e scorrono
lievi.
Tutto è suono difficile
parola che si schiude
su bocca di duellanti intrepidi
pacati al sole
come grappoli d’uva
nella vigna.
Tutto infine è silenzio
anche nostalgia
di luoghi non più abitati
come spoglie colline.


AL RE DI PIETRA

Da lontano m’incontri
re di pietra
da secoli in sonno di boschi.
Protendi braccia, mani.
Sussurri sinfonie che fuggono
ere di pianti dalle vie del sale.
Tu solo sai guarire la ruga
del cuore, il salto della mente
il correre di tempo, mai sazio
dove fatica l’uomo
e sempre più leggera si ferma
su carta, la parola.
Dal tuo possente tronco
capelli d’angelo e neve
coprono la bocca, perché
essere felici sempre, è troppo.
Aspetto alla tua porta
qualcuno che mi apra
in cavo di mano
polvere di stelle.


AI CADUTI SUL MONTE VISO

Sole di mezzogiorno
in verticale splende
su meridiana di roccia:
eternità.
Tra crepe ... Fenditure …..
Ferite … Corpi …
Profili sfregiati in schianto
d’erbe
colmati di buio
si perdono.
L’arco dei forti s’è spezzato
fascia vibrante di vita
in altalena … Sogni ..
Partiti … Alla ricerca di
fossili, in sgorgare di vita
fino all’estreme sfere.
Materia .. Verso l’Alfa,
l’Omega …
Estasi … Abbraccio di Cristo
sospiro d’anima sfilacciata
ricomposta, densa di luce
misteriosamente insegue
l’infinito.

VOCI NARRANTI

Casa
mosaico di geografie
caleidoscopio di voci narranti
distinti timbri e cadenze
contro il muro, io sento.
Tutti lì come perle
di una colonna che esplora
il silenzio
tenere eppur estraniate
vibranti in intimo rigoglio
di corpi eleganti
magra biondezza.
Voci che ritornano a riempire
il vuoto d’antico
come sole l’ombra d’inverno.
Nella loro musica
tutto possono dirti, rivelarti.
Passano gli anni su capelli
bianchi, così in un abbraccio
muoio in echi segreti,
fuggo gioconda su cavallo
bianco.
Mia vita, valigia pesante
se la porto sola
forse con voi posso dare di più
nella parola.
Mia casa diletta, mie voci
da sempre in voi riposo.
Io vengo.


DI PRIMO MATTINO

Salita in meriggio al ventoso pianoro
guardo gli alberi danzare
come ballerini su cime battute
di vento,
fra riflessi chiaro-scuro
di ruscello.
Sotto balconi di legno
come di giorni diversi
sento risa improvvise
di angeli biondi
apparire in cammino con la madre
e canti di galli.
Di primo mattino la vita
mi manda rose e il frutto
che voglio,
anche se la fatica non si estrae
come una spina.
Poi … quando il cammino è
fra sculture di pietra
maschere, ventagli, scudi,
terrecotte rituali,
codici illustrati
fra lampi, scosse, inciampi
mi accoglie la buona voce
di pastore, e la vita mi dà
grazia e tanto mi basta.


Biografia.


Nata a Saluzzo (CN) nel 1936, ha conseguito il diploma magistrale sotto alla guida del filosofo Giacomo Soleri e successivamente si è specializzata in ortofrenia presso la facoltà di Magistero di Torino, seguendo anche i corsi della dott.ssa Luisa Levi. Sposata, con tre figli, ha insegnato nelle scuole elementari.
Alcune sue liriche sono state pubblicate nella raccolta “fogli poesia” curata dal prof Antonio Derro . Associata al Cenacolo “Clemente Rebora” di Savigliano, dal 1996 è membro del Centro Internazionale del libro di poesia di Pinerolo.
Ha proposto e curato l’iniziativa a favore dell’Associazione di handicappati di Mar del Plata ( Argentina). Dal 1997 al 1999 ha assunto l’impegno di Consigliere Comunale e ha collaborato alla IV Commissione Cultura e a quella dei Servizi Sociali. Dal 1998 al 2006 ha collaborato in qualità di Consigliere Comunale alla fondazione del concorso di poesie.
È stata membro della “Consulta donne “ e della “Biblioteca Civica”. Al decadere della carica come consigliere ha retto la Presidenza della Giuria del concorso di poesie per i detenuti del carcere saluzzese della “Felicina” e degli allievi delle elementari, medie ed Istituti Superiori di Saluzzo. In collaborazione con il Cenacolo ha presentare la raccolta di poesie del detenuto Gaspare Munisteri dal titolo “ La mia mente vaga là, dove tutto è possibile”.
Dal 1999 fa parte del direttivo del”Centro studi Giacomo Soleri” di Saluzzo, dal 2001 è madrina del labaro dello ANIOC( assoc, insigniti, ordini cavallereschi), fa parte del gruppo diocesano dell’Ecumenismo. Dal 1996 è socia dell’ANEB di Cuneo.( associazione nazionale, educatori benemeriti). Dal 2004 è socia onoraria dell’ “Asilo Regina Margherita” di Saluzzo e dal 2008 è Vicepresidente dell’Associazione Culturale Cenacolo “CLEMENTE REBORA” di savigliano.
 
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