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Premio di Poesia Kolbe
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StoriaSan Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire (Zdunska-Wola, Polonia, 8 gennaio 1894 - Auschwitz, 14 agosto 1941). Entrato nell’ordine dei Francescani e, mentre l’Europa si avvia a un secondo conflitto mondiale, svolse un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Malato di tubercolosi, Kolbe dà vita al “Cavaliere dell’Immacolata”, periodico che raggiunge in una decina d’anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio, Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando “Ave Maria”, è il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato “Patrono del nostro difficile secolo”. La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte. (Avvenire)
Associazione Culturale “Massimiliano Kolbe” – Premio di Poesia e Narrativa –
Quando il concorso è nato, si era agli inizi degli anni ottanta e nessuno di noi pensava che un Premio di Poesia e Narrativa dedicato alla figura di “Massimiliano Kolbe” potesse creare occasioni per un percorso di crescita umana e civile e protrarsi fino ad oggi. Infatti questa testimonianza, così ricca di fermenti valoriali e religiosi, ci ha stimolato a vivere la quotidianità seguendo un modello apparentemente estraneo alla nostra cultura; anche il Premio di Poesia e Narrativa in tutti questi anni ci ha aiutato a leggere e a comprendere i problemi del mondo contemporaneo attraverso le opere letterarie di poeti, scrittori e saggisti di tutta Italia, e questa massiccia partecipazione ci ha incoraggiato a proseguire nell’impegno assunto. In un primo tempo ci siamo appoggiati al Movimento per la Vita di Savigliano, poi, per non confonderci con il Concorso internazionale lanciato dal Movimento Nazionale, abbiamo preferito appoggiarci al Circolo Avvenire ANCOL di Savigliano, senza con questo cambiarne lo spirito e il tema. Durante tutti questi anni, oltre alle persone che si sono adoperate per la buona riuscita del Premio, bisogna ringraziare in modo particolare il Can. Giovanni Maurilio Rayna Piero Binelli, Dario Chiaramello, Giuseppina Galleani Ternavasio, M. Antonietta Lamberto Oggero, Luisa Tamagno, Loredana Basso, Paolo Gerbaldo, Corrado Galletto, Ilario Bruno, Guido Martini, Mariuccia Scotta, Anna Maria Turrini, Liana De Luca, Giovanni Chiellino, Pier Antonio Milone, Donatella Trucco, Irene Giacobbe, Elisa Olivero, Filippo Monge e i Soci del Cenacolo “Clemente Rebora”: Antonio Scommegna, Vincenzo La Porta, Franco Paschetta, Michele Fusero, Concetta Failla, Lucy Lorini, Rosaria Paticchia, Renato Scavino, Maria Grazia Gobbi, Letizia Rolfo, Maria Genovese, Giovanna Marino, Maria Franca Dallorto Peroni, Antonio Derro, Bernardo Negro, Lodovico Buscatti che in tutti questi anni si sono assunti l’onere e l’impegno di presiedere le varie Giurie del Concorso. Il logo del Premio è stato disegnato dal poeta e pittore Severino Celoria. Mentre merita una menzione speciale l’instancabile Segretario del Premio,ora Emerito, il M.° Giovenale Tallone che ha gestito 18 Edizioni del Premio; il comitato esecutivo con Irene Giacobbe, Chiara Barabin, Alberto Tibaudi, Pinuccia Tibaudi, Antonella Prandi e i presidenti Emeriti: il Dott. Domenico Ariaudo, il prof. Mario Cismondi e la prof.ssa Maria Genovese. Ricordiamo alcuni collaboratori scomparsi: Severino Celoria, ideatore del logo del Premio Kolbe; l’Abate don Mario Salvagno, Cate Sordella, Renato Novarese, Padre Luigi Cismondi, Franco Paschetta, Michele Fusero, Maria Grazia Gobbi. Genitori cofondatori del Premio Nel 1982 alcuni genitori che avevano perso tragicamente un figlio decisero di istituire delle borse di studio, in memoria, da offrire a quei giovani che avrebbero partecipato al premio di poesia. Il premio fu intitolato al martire polacco “Massimiliano Kolbe”, che offrì la propria vita in sostituzione di quella di un genitore condannato dalla barbarie nazista.
Mi pare impossibile, eppure sono passati ormai tanti anni, da quando ci siamo trovati con altri genitori: Ariaudo Domenico, Tallone Giovenale, Caudano Giovanni, Giovenale Bruno, Frencia Costanzo, Galvagno Lorenzo, Mariano Michele, Susto Polezzo, Rosso Giuseppe, Donalisio Beppe; che purtroppo avevano provato lo stesso terribile ed indimenticabile dolore: di aver perso la propria figlia o figlio in circostanze quasi uguali, e da allora avevamo pensato di contribuire economicamente a questo Premio di Poesia sulla Vita, che ricordasse quei nostri poveri ragazzi prematuramente scomparsi, in modo che con il loro ricordo si realizzasse quasi una rivincita della Vita sulla loro fine violenta. E così abbiamo sostenuto il "Premio di Poesia e Narrativa" intitolato a SAN MASSIMILIANO KOLBE e con il passare degli anni sono aumentati i genitori provati dalla stessa tragica esperienza: abbiamo un tema che ci unisce e ci sorregge, ovvero “Credere nella Vita". Ci sorregge l’amicizia, l’amore che non conosce confini, che trasforma la disperazione in speranza: speranza di rivederci un giorno tutti insieme con i nostri Figli. Caratteristica del nostro Premio è stato in passato l’invito dei premiati per un soggiorno a Savigliano; cosa che è riuscita sempre magnificamente, creando delle vere amicizie tra i premiati, i membri delle Giurie e i genitori dei giovani prematuramente scomparsi. Dopo venticinque anni di gestione in qualità di segretario, ho pensato che fosse opportuno passare ad altri l’incarico (anche a causa della “veneranda”età). Sono sicuro che il Cenacolo “ Clemente Rebora” col suo attivo presidente, prof. Antonio Scommegna, continuerà con successo questa bellissima iniziativa, cominciata circa trent’anni fa. Le ultime Edizioni del PREMIO di POESIA e NARRATIVA “MASSIMILIANO KOLBE”, evidenziano, pur nella tradizione, una nuova impostazione del Concorso che stimola una riflessione, promuove un impegno coraggioso e, contemporaneamente, rilancia un messaggio di speranza e di impegno civile nei giovani e negli adulti. Il M° Giovenale Tallone, segretario del premio per circa venticinque anni, ha retto l’organizzazione della Segreteria e del Premio, un’attività culturale e sociale da ricordare con legittimo compiacimento e da celebrare per trarre nuovo slancio e nuovi percorsi. Il valore della Poesia é stato ben compreso e costantemente esaltato dal “M. Kolbe” e soprattutto dalla passione di tutti i componenti dell’Associazione che continua, dopo tanti lustri, con dedizione l’impegno e sostiene l’organizzazione. A tutte le persone che nel tempo sono state coinvolte siamo profondamente riconoscenti. Nessuno meglio dei Poeti può intuire qualcosa del pathos, di quella vibrazione che si è infinite volte riflessa negli sguardi degli artisti di ogni tempo, avvinti dallo stupore per il potere arcano dei suoni e delle parole, dei colori e delle forme. Per questo l'artista, quanto più consapevole del suo « dono », tanto più è spinto a guardare a se stesso e all'intero creato con occhi capaci di contemplare. Infatti, quando plasma un capolavoro, non soltanto chiama in vita la sua opera, ma per mezzo di essa, in un certo modo, svela anche la propria personalità. Nell'arte egli trova una dimensione nuova e uno straordinario canale d'espressione, attraverso le opere realizzate, parla e comunica con gli altri. Chi avverte in sé la vocazione di poeta, di scrittore, di pittore, di scultore, di architetto, di musicista, di attore… garantisce la crescita della persona e lo sviluppo della comunità, perché l’intuizione artistica va oltre ciò che percepiscono i sensi e, penetrando la realtà, si sforza di interpretarne il mistero nascosto. Essa scaturisce dal profondo dell'animo umano, là dove l'aspirazione a dare un senso alla propria vita si accompagna alla percezione fugace della bellezza e della misteriosa unità delle cose. Come tale, essa costituisce un approccio molto valido, in cui la vicenda umana trova la sua interpretazione compiuta. Sulla soglia ormai del terzo millennio, i Poeti siano capaci di trasmettere alle generazioni future semi di bellezza, tali da destare in esse lo stupore, di fronte alla sacralità della vita e dell'essere umano, di fronte alle meraviglie dell'universo! Dallo stupore, potrà scaturire quell'entusiasmo di cui hanno bisogno gli uomini di oggi e di domani per affrontare e superare le sfide cruciali, che si annunciano all'orizzonte. Grazie ad esso l'umanità, dopo ogni smarrimento, potrà ancora rialzarsi e riprendere il suo cammino. In questo senso è stato detto con profonda intuizione che « la bellezza salverà il mondo ». I molteplici sentieri tracciati dai poeti e dagli artisti del mondo, possano condurre tutti a quell'oceano infinito di bellezza, dove lo stupore si fa ammirazione, ebbrezza, indicibile gioia. E’ uno degli aspetti più sottovalutati dei nostri tempi, eppure è un dato di fatto, che la “società liquida postmoderna” attraversi una diffusa crisi a vari livelli. Crisi non solo religiosa, ma umana, che investe, come forse mai prima era successo, i comportamenti pubblici e le scelte intime dell’uomo contemporaneo, fino ad arrivare a quella che alcuni hanno chiamato una vera e propria “atrofia” dell’intelligenza e del cuore.
In occasione del “TRENTENNALE” di sodalizio del Premio Nazionale di Poesia e Narrativa “MASSIMILIANO KOLBE”1982/2012, il Consiglio Direttivo prosegue l’intensa attività culturale e sociale che in tutti questi anni ha coinvolto la realtà giovanile e adulta, non solo della Provincia di Cuneo, della Regione Piemonte, ma di tutta l’Italia attraverso un percorso educativo che crea occasioni per una crescita umana e civile, scommettendo su tre grandi figure del ‘900: “ Massimiliano Kolbe “,“Clemente Rebora”, “Davide Maria Turoldo”. La loro testimonianza diventi per tutti alimento di vita, di pensiero e di azione. Il Premio di Poesia e Narrativa ha sempre inteso diffondere l’idea che la Poesia non cessa mai di testimoniare l'impegno vissuto come ansia di comprensione dei problemi del mondo, in un'epoca che sembra sempre più spesso metterci in difficoltà, con le parole della politica, le interpretazioni sociologiche e le valutazioni economiche. Siamo convinti che il problema umano sia soprattutto culturale. Per creare una società migliore è necessaria la testimonianza di Profeti che ci aiutino a ritrovare quei valori, essenziali per riaffermare la libertà e la dignità di uomini. Questo si esprime attraverso l’arte e la poesia, che ne è l’espressione più alta, può dare un contributo determinante per cambiare il rapporto di forza di questa società. Ci apprestiamo a festeggiare i Trent’anni di attività culturale e sociale di una Premio, che di per sé è un evento da ricordare con legittimo compiacimento e da celebrare per trarre nuovo slancio e programmare nuovi percorsi. Quando poi il trentennale riguarda un sodalizio come il Premio Nazionale di Poesia e Narrativa “MASSIMILIANO KOLBE”, il cui protagonista é la Poesia ci si trova di fronte a una manifestazione dell’intelligenza del cuore e dell’anima, che aiuta a leggere nel profondo gli avvenimenti quotidiani, le inquietudini esistenziali, le gioie e le sofferenze della vita, e consente di rilanciare una visione dell’uomo e della società in cui trovano spazio valori come la bellezza e la verità. Ci voleva coraggio, in quel 1982 che vedeva il Paese ancora immerso nella plumbea atmosfera del terrorismo, a puntare su un Premio di poesia, evitando che ciò potesse essere inteso come volontà di astrazione dai complessi problemi della società contemporanea o sterile ripiegamento individuale. Al contrario, il Premio ha saputo invece irrobustire lo spirito della comunità, dando la possibilità a tante donne e uomini di esprimere la loro sensibilità particolare e prospettare strade feconde per superare in positivo la quotidiana “fatica del vivere”. La fedeltà a questa originaria vocazione è il più sicuro pegno per una lunga vita. Una Città, una Regione, una Nazione nella quale la poesia abbia tanti e così dediti cultori è sicuramente una Nazione, più di altre, fortunata e matura. ► Il rinnovato Concorso si articola nelle seguenti sezioni: B) SEZIONE SAGGIO CRITICO: Saggio critico attinente all’opera, alla vita e alla testimonianza di “Massimiliano Kolbe”, di “Clemente Rebora” e di “Davide Maria Turoldo”. C) Sezione libro di Poesia edito. D) Sezione silloge inedita di Poesia – Solo per giovani/Universitari. E) Sezione Poesia nelle varie lingue dialettali/regionali. F) Sezione narrativa per un racconto inedito. Antonio Scommegna - Segretario del Premio. “Dai diamanti non nasce nulla, dal letame nascono i fiori”. Così cantava Fabrizio De Andrè in una nota canzone di oltre quarant’anni fa. Queste parole, con la loro metafora leggera ma profonda, ci fanno cogliere una verità: spesso è proprio da ciò che è “brutto”, scomodo e difficile da accettare che nasce la possibilità di un riscatto, la speranza di qualcosa di nuovo, l’attesa, la bellezza di una vita che germoglia. Così da un’esperienza tragica, come la morte di una persona cara, può scaturire, come reazione quasi inconsapevole, il desiderio di andare oltre, di muovere una sfida alla morte stessa con la forza dell’intelletto e della poesia. Si tratta di quella misteriosa singolarità che è la forza dello spirito che racchiude in sé la capacità di guardare oltre le barriere della nostra finitezza umana. E’ una sfida che, paradossalmente, si combatte proprio con l’esaltazione della vita e dei valori dell’altruismo e dell’amore. Ormai numerosi anni fa un gruppo di genitori, che si trovarono a condividere l’esperienza tragica della prematura scomparsa di un figlio, volle innalzare un inno alla vita, un “Cantavita”, appunto, che prendendo ad esempio l’estremo sacrificio di Massimiliano Kolbe, fosse testimonianza di amore e speranza, attraverso la poesia, per le nuove generazioni. Così da anni e da quelle singole storie di dolori è nato questo concorso che continua ancora oggi a coinvolgere ragazzi di tutt’Italia. Poesie, racconti, riflessioni di contenuto saggistico sono vagliati da una commissione che, con passione e pazienza, esamina e propone le singole graduatorie. Da vicende di lutti e disperazioni è venuto alla luce un segno di speranza, un’occasione di arte e cultura. D’altronde quella che potrebbe essere una riflessione generale sull’arte e sulle motivazioni che, nei secoli e nei contesti sociali più diversi, portarono ai capolavori che oggi conosciamo, ci conduce, in ultima analisi, a considerare quell’impulso, così connaturato nell’indole umana, di sfida alla caducità del nostro essere, del tempo e delle “passate stagioni”. Un’ istanza che trova risposta proprio nell’espressione artistica come strumento che, contenendo in sé qualcosa del nostro sentire, possa eternare un ricordo. Clemente Rebora rifletteva che: “La poesia è uno scoprire e stabilire convenienze e richiami e concordanze tra il Cielo e la terra e in noi e tra noi”. Nella poesia, in quella forma di riflessione pura che, attraverso la parola, cerca di andare all’essenza di ogni uomo, si può dunque costruire un legame che unisce noi, nella nostra materialità, con le dimensioni dello spirito. Allo stesso tempo la forza dell’arte, come frutto più alto dell’espressione dell’intelletto umano, ci dà la forza di opporci alle difficoltà, grandi o piccole, del nostro vivere quotidiano. L’Associazione Culturale “Massimiliano Kolbe, che gestisce, congiuntamente al Cenacolo “Clemente Rebora”, il premio biennale di Poesia e Narrativa dedicato al grande santo polacco, sacrificatosi durante la Seconda Guerra Mondiale per salvare un padre di famiglia condannato a morte dalla persecuzione nazista, ha un nuovo Presidente. E’ Maria Franca Dallorto Peroni, insegnante, particolarmente attiva in varie iniziative del Cenacolo e brillante moderatrice in vari “Incontri con l’autore”. Subentra alla prof.ssa Maria Genovese, dimissionaria per impegni personali. Ringraziando la prof.ssa Maria Genovese per l’ottima riuscita delle edizioni del Premio, svoltesi sotto la sua Presidenza, i soci dei due sodalizi, augurano un buon lavoro alla nuova incaricata. Come ha sottolineato il Prof. Antonio Scommegna, presidente del “Cenacolo, il “Massimiliano Kolbe” è ormai un fiore all’occhiello della cultura saviglianese. Superata la Ventesima edizione, l’evento porta in città autori prestigiosi da ogni angolo d’Italia, rinnovando un impegno morale raramente riscontrabile in analoghe iniziative. In momenti particolarmente difficili, come quelli che stiamo vivendo, sostenere la Poesia aperta alla coerenza e alla solidarietà umana è un compito importante, che il Premio della nostra città assolve egregiamente, di volta in volta innovandosi, ma sempre sottolineando il ruolo insostituibile della parola come sinonimo di verità e comprensione.
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