Il treno va...

Il treno va
trascinando nella sua folle corsa
i suoi vagoni incatenati
e senza sorta di libertà
li conduce nel suo delirio
ove i sentimenti svaniscono
e solo stridore meccanico
in un inno funebre echeggia.

Anch’io mi sono lasciato incatenare
dal mio treno freddo e metallico
che seguo privo di volontà
e dal quale altro non spero.
Di tanto in tanto una luce
rischiara un volto,
amorevole e delicato,
che lacera tutto di me.
Avrei voluto accarezzarlo quel volto,
sentire la sua pelle vellutata e morbida
contro la mia nel brivido d’amore.
Avrei voluto assaporare
su quelle labbra fresche e carnose
ciò che mai nessuno colse;







avrei voluto… sì…
ma il mio treno imperterrito
continua la sua veloce corsa;
ora mi ritrovo così a ricordare
quell’amore esasperatamente atteso
e puntualmente deluso;
a spegnere ciò che dentro
continua bruciare
gli ultimi brandelli del mio cuore.

Savigliano, 29/12/1979.


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