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Il treno va...Il treno vatrascinando nella sua folle corsa i suoi vagoni incatenati e senza sorta di libertà li conduce nel suo delirio ove i sentimenti svaniscono e solo stridore meccanico in un inno funebre echeggia. Anch’io mi sono lasciato incatenare dal mio treno freddo e metallico che seguo privo di volontà e dal quale altro non spero. Di tanto in tanto una luce rischiara un volto, amorevole e delicato, che lacera tutto di me. Avrei voluto accarezzarlo quel volto, sentire la sua pelle vellutata e morbida contro la mia nel brivido d’amore. Avrei voluto assaporare su quelle labbra fresche e carnose ciò che mai nessuno colse; avrei voluto… sì… ma il mio treno imperterrito continua la sua veloce corsa; ora mi ritrovo così a ricordare quell’amore esasperatamente atteso e puntualmente deluso; a spegnere ciò che dentro continua bruciare gli ultimi brandelli del mio cuore. Savigliano, 29/12/1979. << Torna all'indice di Antonio Scommegna |